Autismo

Il Ministero della salute così definisce l’autismo:
I disturbi dello spettro autistico (dall’inglese Autism Spectrum Disorders, ASD) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti e pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti, ripetitivi.
Spesso noi persone autistiche ci teniamo ai termini che devono essere utilizzati per descriverci. Ad alcune non importa, altre, come me, ne sono proprio fissate.
Red Fryk Hey
Vediamo insieme alcuni termini molto offensivi e discriminatori, che vengono utilizzati tutt’ora, nonostante la comunità autistica non lo condivida.
ALTO, BASSO FUNZIONAMENTO. Termini non presenti in nessun manuale diagnostico, che definiscono la persona autistica abbastanza funzionante, più o meno, in base ai canoni della società neurotipica. (E aggiungo, quanto lo detesto!)
GRAVE E LIEVE. Termini non presenti in nessun manuale diagnostico. L’ autismo non è una patologia, quindi non può essere grave e lieve. O si è autistic* o non lo si è. Al massimo, gravi, potrebbero essere le eventuali compromissioni.
ASPERGER. Termine rimosso dai manuali diagnostici. Termine che crea discriminazione tra le persone autistiche, alimentando lo stereotipo sbagliato della persona “solo un po’ autistica” e geniale, che non ha bisogno di alcun supporto. Alimenta lo stigma dietro la parola autismo e crea lo stereotipo dell’ autistico figo e dell’ autistico che invece è…poverinoh!
FORME DI AUTISMO. Non esistono forme di autismo che piombano su un cervello e lo modificano. Non esistono forme di autismo. Esistono persone autistiche differenti tra loro.
PERSONA AFFETTA, COLPITA DA AUTISMO. Dai su…basta.
PERSONA CHE SOFFRE DI AUTISMO. Idem come sopra.
E’ chiaro che in alcune situazioni sia importante far capire con quale persona autistica si ha a che fare.
PERSONA AUTISTICA CON O SENZA COMPROMISSIONI, è una terminologia molto utilizzita.
PERSONA AUTISTICA VERBALE, NON VERBALE.
PERSONA AUTISTICA CON DISABILITà COGNITIVA.
Oppure, esistono i 3 livelli, citati nel DSM 5, non i livelli di autismo, ma i livelli di supporto necessari alla persona autistica in questione. Nessun livello di autismo, non è come la febbre.
Non scegliere tu come definirmi, grazie.
Le caratteristiche della sintomatologia clinica possono essere estremamente eterogenee sia in termini di complessità che di severità e possono presentare un’espressione variabile nel tempo. Inoltre, le persone nello spettro autistico molto frequentemente presentano diverse co-morbilità neurologiche, psichiatriche e mediche di cui è fondamentale tenere conto per l’organizzazione degli interventi.
Gli studi epidemiologici internazionali hanno riportato un incremento generalizzato della prevalenza di ASD. La maggiore formazione dei medici, le modifiche dei criteri diagnostici e l’aumentata conoscenza del disturbo da parte della popolazione generale, connessa anche al contesto socio-economico, sono fattori da tenere in considerazione nell’interpretazione di questo incremento.
Attualmente, la prevalenza del disturbo è stimata essere:
circa 1 su 54 tra i bambini di 8 anni negli Stati Uniti, 1 su160 in Danimarca e in Svezia, 1 su 86 in Gran Bretagna.
in età adulta pochi studi sono stati effettuati e segnalano una prevalenza di 1 su 100 in Inghilterra.
Va ricordato che per comprendere la diversità delle stime di prevalenza è necessario considerare anche la variabilità geografica e le differenze metodologiche degli studi da cui tali stime originano.
In Italia, si stima che circa 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi: i maschi sono 4,4 volte in più rispetto alle femmine.
Questa stima nazionale è stata effettuata nell’ambito del “Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico” co-coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. Nel progetto, finanziato dal Ministero della Salute – Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria la stima di prevalenza è stata effettuata attraverso un protocollo di screening condiviso con il progetto europeo ‘Autism Spectrum Disorders in the European Union’ (ASDEU) finanziato dalla DG Santè della Commissione Europea.
